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Dipendenza tra piacere e solitudine, dall’adolescente all’adulto

  • Dott.ssa Camilla Bertocci
  • 13 set 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

SCRIVONO HINNENTHAL E COLLEGHI: “IL PROBLEMA COMINCIA QUANDO LE PERSONE TROVANO LA SCORCIATOIA DELLE SOSTANZE STUPEFACENTI E DELL’ALCOL, SODDISFANO IL CENTRO DEL PIACERE SENZA SFORZI, SENZA GLI ALTRI, SENZA IMPARARE NIENT’ALTRO TRANNE CHE VALE LA PENA USARE DI NUOVO QUESTE SOSTANZE.” (HINNENTHAL ET AL., 2006 P.386).


Psicologia Funzionale Firenze Dipendenze Bertocci

Parliamo di sostanze stupefacenti ma potremmo annoverare tutta una serie di elementi e situazioni che parimenti potrebbero contribuire alla formazione dello stato di “dipendenza”, quello che attualmente ha preso il nome di “New Addiction”, così come le tecnologie, la dipendenza da sesso, il gioco d’azzardo, la dipendenza affettiva, ecc.

Le nuove droghe non si riferiscono soltanto a nuove sostanze, ma anche a nuove abitudini d’uso, legate a motivazioni diverse, poiché il consumo avviene in un contesto di normalità.

In particolare gli adolescenti non vi vedono nulla di patologico, talvolta iniziano per curiosità, per trasgredire, per superare le proprie insicurezze, per attutire la propria rabbia, perché gli piace, per auto curarsi, per noia, e così via.

Il problema centrale resta il capire perché alcuni poi continuano ad abusarne fino a diventarne dipendenti.

Oggi, le sostanze vengono usate dalla popolazione giovanile anche “non emarginata” e il loro utilizzo, è diventato una possibilità di alterare lo stato mentale o aumentare le prestazioni psico-fisiche. Ma la droga esalta ed esaspera tutta una serie di vissuti che non consentono al giovane di Sentire, pensare e operare in termini Progettuali.


Cambia l’oggetto della dipendenza, ma il meccanismo di fondo è il medesimo per tutte.

La differenza nella tossicodipendenza consiste nel fatto che le sostanze psicotrope sono nocive sia a livello psicologico, sia a livello organico-biologico; in questo senso la compromissione della persona è totale e coinvolge la sua complessità ed interezza. (Rispoli, 2016)

Non è sufficiente disintossicarsi per uscire dal problema. La reale guarigione dalla tossicodipendenza deve affondare nell’antico processo psico-fisiologico, che dalla nascita conduce all’autonomia dell’Io ed all’espansione del Sé. E che, per qualche motivo interno o esterno, è stato bloccato o rallentato e non ha permesso alla persona di crescere in maniera sana” (Monica Paola Sciacca, 2014).

Elemento centrale, astraendo l’oggetto di dipendenza, è la carenza di Esperienze vere piene e ripetute, una mancata risposta ai Bisogni Fondamentali del Sè che finiscono per confondersi l’uno con l’altro nella disperata ricerca di Piacere. E’ questo il caso delle dipendenze, caso in cui le spinte non riescono mai a trovare vera soddisfazione perché riguardano bisogni contigui.

Pensando allo sviluppo di un bambino, in Psicologia Funzionale, viene abbandonata la concezione quantitativa delle pulsioni a favore di una concezione qualitativa, ossia, mete-pulsioni intese come Direzioni verso le quali il bambino si muove e si muoverà tutta la vita, indispensabili per il Benessere psicofisico e per conservare lo stato di salute ed equilibrio. Tali mete pulsionali rappresentano l’insieme dei bisogni fondamentali dell’esistenza, come il calore, il nutrimento, l’essere tenuti, l’espressione di sé, l’amore, ecc. ecc.. (Rispoli, 2009).


La tossicodipendenza è una condizione che richiama l’isolamento, dagli altri, da se tessi. Sembra essere una scelta, un vizio, una opzione sbagliata, ma invece è un obbligo, l’obbligo al quale si è giunti dopo non aver potuto rispondere ai propri Bisogni Fondamentali. E’ un tentativo estremo di auto-salvezza. Un atto irrinunciabile, rigidamente configurato e ritualmente rinforzato dalla totale mancanza di autostima.


Il problema di uso, consumo ed abuso di alcol e droghe è un fenomeno tristemente radicato e nel momento in cui l’abuso diventa un problema, una dipendenza, il singolo individuo e la famiglia si trovano in netta inferiorità, soli e disorientati.

E’ evidente come vi sia una enorme difficoltà a cercare e trovare una risposta sana ai propri disagi profondi, alle proprie insicurezze e ai grandi vissuti di solitudine.


La tossicodipendenza è una delle possibili conseguenze dell’alterazione dei Funzionamenti di Fondo e dell’integrazione originaria della persona, dovuta al mancato attraversamento positivo delle Esperienze basilari del Sé.


Tutto ciò contribuisce allo sviluppo di un ”falso Sé”, dove la sostanza rappresenta un mezzo che consente, nell’immediato, una facile elusione di ciò che non piace, sensazioni di invincibilità, comportamenti disinibiti, senso di appartenenza, possibilità di essere visti, di superare l’angoscia.


Appare chiaro quindi come sia necessario porre attenzione ai Bisogni Fondamentali della persona piuttosto che concentrarsi unicamente sul sintomo manifesto, ossia la dipendenza, bisognerebbe partire dal Funzionamento dell’individuo relativamente alle quattro grandi Aree relative ai processi Funzionali Psicocorporei, per tracciare un percorso che possa realmente sciogliere il profondo isolamento della persona .


Un percorso difficile, in salita, ma necessario.


Bibliografia:

Hinnenthal I., Manera E., Gallo S., Cibin M. (2006). Trattamento residenziale: un approccio emotivo e cognitivo-comportamentale, in: Cocaina, Manuale di aggiornamento tecnico scientifico, Progetto START del dipartimento nazionale per le politiche antidroga, Vago di Lagno (VR), La Grafica, p. 385-398

Rispoli L., (2016), Il corpo in psicoterapia oggi. Neo-Funzionalismo e Sistemi Integrati, Franco Angeli, Milano.

Rispoli L., (2004), Esperienze di Base e sviluppo dei Sé. L’Evolutiva nella Psicoterapia Funzionale, Franco Angeli, Milano.

Sciacca M. P. Una comunità terapeutica funzionale, tesi n.p., 2014.


 
 
 

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